Google Page Experience, il prossimo aggiornamento dell’algoritmo di Google

Google sta per aggiornare il suo algoritmo con "Page Experience": scopri come E-Motion Web può adeguare il tuo sito per ottenere le prime posizioni su Google.

27/07/2020

Nel 2021 Google introdurrà nel suo algoritmo la page experience, in italiano esperienza relativa alle pagine, che deciderà la posizione in SERP dei siti Internet anche in base a un nuovo parametro: la qualità di navigazione offerta agli utenti.

Questo aggiornamento imporrà alle web agency e ai webmaster di eseguire importanti interventi tecnici per mantenere o migliorare la posizione nelle pagine dei risultati del motore di ricerca più usato del mondo.

Noi di E-Motion Web ci siamo già messi al lavoro per rinnovare i siti dei nostri clienti e qui di seguito ti spiegheremo cosa stiamo facendo e cosa dovrai fare anche tu per arrivare preparato a questa scadenza.

Che cos’è la page experience

Ma prima di tutto dobbiamo capire cosa si intenda per page experience, due parole che nei prossimi mesi diventeranno il tormentone di tutti coloro che si occupano di SEO (Search Engine Optimization).

Sappiamo che Google ha sempre cercato di fornire agli utenti della Rete una classifica dei siti che rispondevano meglio alle loro query di ricerca. Per farlo già dal 2015 giudicava i contenuti dei siti valutando l’esperienza, l’affidabilità e l’autorevolezza di chi li aveva scritti. Tre parole che in inglese si traducono in expertise, authoritativeness e trustworthiness e che si possono facilmente ricordare con la sigla EAT.

Questo non significa che l’EAT di un sito dipenda solo dal lavoro di autori che hanno il massimo della competenza sull’argomento di cui scrivono. Una dimostrazione la fornisce Wikipedia. Anche se le voci di questa enciclopedia-on-line possono essere scritte da volontari autodidatti a volte riescono a precedere nella classifica di Google siti a cui contribuiscono professionisti e docenti universitari.

E anche per questa ragione che l’algoritmo di Google continua a evolvere e a perfezionarsi. Spesso i cervelloni di Mountain View che lavorano per Larry Page e Sergey Brin si tengono ben strette le modifiche. Altre volte le rendono pubbliche, anticipando addirittura il momento in cui verranno introdotte per dare al Web il tempo di prepararsi.

Segnali web essenziali (core web vitals)

E’ proprio il caso della page experience, che Google definisce come l’insieme di segnali che misurano il modo in cui gli utenti percepiscono l'esperienza di interazione con una pagina.

Già il fatto che parliamo di segnali ci permette di capire che siamo di fronte a caratteristiche che non si valutano in modo arbitrario, come l’attendibilità di un testo, ma che possiamo misurare scientificamente.

Google ne ha individuati tre che ha chiamato segnali web essenziali (core web vitals). Eccoli.

1) Largest Contentful Paint (LCP)

E' un segnale che misura la velocità di caricamento della pagina di un sito e che non dovrebbe superare i 2,5 secondi di tempo.

2) First Input Delay (FID)

Misura l’interattività della pagina, ovvero il tempo trascorso dal momento in cui un utente inizia a interagire con una pagina (ad esempio cliccando su un link) a quello in cui il browser risponde a questo comando. Il FID ideale è inferiore ai 100 millisecondi.

3) Cumulative Layout Shift (CLS)

Indica la stabilità visiva della pagina. Diversamente dai segnali precedenti che riguardano il tempo, questo fattore considera gli spostamenti imprevisti degli elementi di una pagina web che possono confondere e spingere ad errori i visitatori.

Un esempio classico è quando clicchiamo per errore su un banner pubblicitario comparso all’improvviso “dando una spallata” al link su cui avevamo portato il cursore.

Il valore ideale di questo segnale deve essere inferiore a 0,1.

Come misurare i segnali web essenziali

A questo punto vorrete certamente scoprire se i segnali delle pagine del vostro sito rientrano nei valori stabiliti da Google. Un mezzo ce lo fornisce già questo motore di ricerca grazie a Google Search Console, un vero strumento multifunzione che ci permette di valutare e migliorare le prestazioni di qualunque sito o blog.

Se non lo avete ancora installato è il momento buono di farlo. Se invece è già a vostra disposizione apritelo, guardate il menu sulla sinistra e troverete sotto la sezione miglioramenti proprio la voce segnali web essenziali. Cliccatela e troverete due grafici che rappresentano rispettivamente la qualità delle pagine, indicate come URL, su dispositivi mobili e su desktop.

Google indica quanti sono gli URL buoni che rispondono ai requisiti, quanti gli URL che richiedono miglioramenti e quanti gli URL scadenti, che hanno bisogno di un miglioramento drastico.

Non solo, ma sarete sorpresi nel vedere che la qualità delle pagine può variare nel corso del tempo. Infatti alcune pagine possono trovarsi proprio al confine fra due diversi livelli qualitativi e può bastare un evento improvviso, come una forte variazione di traffico, a spingerlo un giorno in una direzione e il giorno dopo in quella opposta.

Di certo il giudizio di Google non è compromesso da un piccolo numero di pagine che per un giorno sono state indicate come bisognose di un intervento. Ma decine di pagine che oscillano fra il livello scadente e quello intermedio sono la prova che il sito ha seri problemi che devono essere risolti al più presto. I principali sono:

  • problemi di server lenti e a basse prestazioni;
  • JavaScript eseguiti nel momento sbagliato o di durata eccessiva;
  • immagini troppo pesanti e di dimensioni inadeguate.

Come E-Motion Web migliora la page experience dei siti web

Gli utenti della Rete sono sempre stati attenti alla velocità con cui una pagina si carica e interagisce con loro. Infatti il 75% dei visitatori sono pronti ad abbandonare per sempre un sito se le sue pagine richiedono più di 4 secondi per mostrare i contenuti.

Per questo motivo noi di E-motion Web non siamo stati colti di sorpresa dall’aggiornamento di Google. Grazie alla nostra esperienza nel realizzare siti ad alte prestazioni abbiamo già preparato le pagine web dei nostri clienti ad affrontare con successo la page experience.

Per ottimizzare Largest Contentful Paint, First Input Delay e Cumulative Layout Shift offriamo infatti:

  • un servizio di hosting basato su server dedicati con performance elevate;
  • interventi su JavaScript e CSS per ottimizzarne l’esecuzione;
  • impiego di Content Delivery Network (CDN), che assicurano una migliore raggiungibilità e disponibilità delle pagine web e offrono minori tempi di attesa per il caricamento delle stesse.

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